Quante volte nei discorsi ci troviamo ad invocare il karma e le sue proprietà? Direi molto spesso e nella maggior parte dei casi lo facciamo in modo errato, sminuendo anche il senso profondo che ha invece questo termine. Ogni volta poi nel sentirlo nominare vi sarete anche chiesto: cos’è il karma? Sì, perché questo concetto che spesso viene citato senza avere una vera e propria conoscenza di cosa sia.
La parola deriva infatti dal sanscrito e si lega strettamente con la religione della zona dell’India, buddismo e induismo sono infatti strettamente legate con questo principio.

Spesso tendiamo a pensare a questo concetto come un semplice principio di causa ed effetto che porta una reazione per ogni azione che svolgiamo. La questione però non è proprio questa e soprattutto il karma non è in alcun modo collegabile o equiparabile con il destino, come invece moltissimi fanno.
Questo concetto è assai complesso da comprendere per i cristiani, dato che si lega profondamente con la reincarnazione, questione che non si trova nelle sacre scritture cristiane.

Per cercare di fare chiarezza, comprendere a pieno cos’è il karma e soprattutto scoprirne le leggi che lo regolano abbiamo quindi deciso di creare un approfondimento che ne evidenzi l’importanza. Andiamo a capire insieme il senso profondo del karma e quali sono le caratteristiche che regolano la vita spirituale degli individui.

Cos’è il karma?

Il termine karm deriva dal sanscrito e ciò mostra immediatamente come la storia di questa parola sia fortemente intrecciata con la religione e la filosofia indiana. Karma significa in italiano atto, azione rito che deve essere intesa come la serie di passaggi e di azioni che si fanno per onorare il dio e per seguire i dettami della vita spirituale.
Nella religione indiana il karma si lega strettamente al Samsara, ossia al senso più profondo della vita che vede la ciclicità come una questione imprescindibile, dal momento che si nasce infatti si è “obbligati” a morire. Il karma è appunto il frutto delle azioni che vengono compiute da ogni forma vivente, azioni che portano la persona ad avere delle differenti reazioni e che si legano poi profondamente alla vita futura che si avrà.

I principi del karma si svilupparono a partire dai testi sacri del Brahmanesimo diventando poi la base per moltissime religioni orientali. Il karma lega ogni azione, presente, passata e futura della persona e comporta una serie di reazioni che porteranno il soggetto a vivere ed agire di rimando.
Per gli occidentali il significato profondo del termine è molto difficile da concepire e spesso lo si confonde con parole che sono molto più vicine al nostro essere e alla nostra cultura.

Il concetto arriva in Europa, insieme anche alla parola, nel XIX secolo, nel momento in cui si diffusero le idee e le filosofie new age. Nel tempo le sue caratteristiche di base si sono però perse e per molti il karma si è cristallizzato nel semplice “Ci penserà il karma”, frase che ci piace tanto ripetere.
Non tutti sanno che esistono differenti tipologie di karmae che vi è:

  • karma individuale: una legge che regola le nostre azioni, che mostra come per ogni nostra decisione ne risulti una uguale e contraria;
  • karma familiare: legato ad un nucleo di persone che possono essere sia dei colleghi di ufficio che un gruppo di familiari o una coppia;
  • karma mondiale: in questo caso il gruppo di persone è molto più esteso e può riguardare gli individui che vivono in un palazzo, in un quartiere o anche in una nazione.

Il concetto di karma, come abbiamo accennato all’inizio, si lega strettamente con il principio della reincarnazione. Secondo i principi delle religioni orientali infatti si deve considerare la propria vita come una conseguenza quasi delle azioni che si sono svolte nella precedente e pensare che tutto ciò che si farà in questa vita si ripercuoterà poi sulla nostra vita futura, quella dopo la morte. Un concetto che ovviamente risulta molto lontano dalla cultura europea e che per questo si confonde con il destino, con il quale non ha nulla a che vedere. Il karma infatti permette alla persona di scegliere in maniera autonoma e il corso della vita dell’uomo si stabilisce sulle decisioni che prenderà, da cui poi si avranno delle reazioni.

Secondo i dettami del destino e delle visioni più fatalistiche invece credono in un’impossibilità di scegliere la propria strada, vedendo ogni cosa come già scritta e preventivata nell’ordine cosmico.

Le leggi karmiche che regolano il mondo

Il karma deve rimanere positivo, poiché ogni azione negativa che facciamo nella vita si ripercuoterà sul nostro ciclo vitale presente e futuro. Per questo esistono delle regole che devono essere seguite per riuscire a tenere il nostro karma positivo, riuscendo a sfruttare al meglio la vita e le sue possibilità.
Di seguito trovate le 12 leggi karmiche delle quali sena dubbio la prima è la più conosciuta e semplice da comprendere anche per gli occidentali:

  1. Grande legge: la vita è ciclica e ogni azioni che abbiamo svolto in precedenza si ripercuote sulla nostra vita successiva;
  2. Legge della creazione: non siamo soli nell’universo ogni elemento che ci circonda influenza la nostra vita, dobbiamo ricordarlo sempre per calibrare le nostre azioni;
  3. Legge dell’umiltà: ciò che non accettiamo continua ad esserci, non svanisce perché a noi non piace e quindi dobbiamo farci i conti ogni giorno della nostra vita.
  4. Legge della crescita: il cambiamento dobbiamo essere noi stessi,ci si deve mettere d’impegno e capire in che modo crescere, riuscendo a convivere in armonia con il mondo che ci circonda.
  5. Legge della responsabilità: è importante assumersi le proprie responsabilità, senza attribuire le responsabilità delle nostre azioni a fattori esterni.
  6. Legge della connessione: ogni elemento è interconnesso, tutto ci porta al nostro futuro e ogni elemento del passato ha creato la strada.
  7. Legge della focalizzazione non è possibile pensare due cose nello stesso momento, se si è buoni non si possono commettere azioni cattive.
  8. Legge dell’altruismo e dell’ospitalità: se si crede in qualcosa la si deve mettere in pratica, la si deve applicare.
  9. Legge del qui e ora: vivere nel passato non è una buona scelta, dato che non ci permette di vivere il presente. Questo modo di vivere non porta solo a non godersi l’attimo.
  10. Legge del cambiamento quando si è effettua uno sbaglio si deve riflettere, comprenderlo e non effettuarlo nuovamente.
  11. Legge della pazienza e della ricompensa: i grandi traguardi arrivano nella vita solo per chi ha pazienza, che gli permette di superare ogni ostacolo.
  12. Legge del significato e dell’ispirazione: quando si dà qualcosa e le proprie energie diventano positive, concentrandosi su ciò che si dona e sull’elemento che si offre agli altri.

Seguendo queste leggi il nostro krama rimane positivo e si ha la possibilità di ottenere dei risultati buoni per la propria esistenza.

Cos’è il karma e perché è interpretato in questo modo dai cristiani

Come abbiamo visto il concetto di karma è difficile comprendere per il cristianesimo, dal momento che i precetti di questa religione sono molto diversi da quelli di induismo e buddismo. Prima di tutto i cristiani non credono nella reincarnazione e di conseguenza è difficile comprendere in che modo le azioni della vita attuali sono una conseguenza della vita passata e lo saranno per la futura.
Non è però solo questo elemento a creare incomprensioni tra i praticanti del cristianesimo, ma anche il concetto di libero arbitrio.

Per i cristiani infatti Dio ha lasciato all’uomo il libero arbitrio per cui ciascuno può essere artefice del proprio destino e quindi effettuare dei cambiamenti alla propria vita. Inoltre le proprie che si svolgono nella vita mortale saranno il modo con cui, alla fine dei propri giorni, si verrà valutati per la vita ultraterrena. Concetti che risultano diametralmente opposti a quelli che regolano la vita dopo la morte, o meglio la reincarnazione, nella religione cristiana.
Per questi motivi il concetto di karma è così complesso per la nostra cultura e spesso viene semplicemente confuso con una sorta di destino ineluttabile.