La definizione di bike sharing è, come car sharing, una bicicletta condivisa. Ma come funziona? In Italia è un sistema adottato comunemente? In quali città? Vediamo di rispondere a tutte le domande che vi siete fatti sul car sharing, a partire dal funzionamento per chiarire anche i costi e i metodi di pagamento. La buona notizia è che l’Italia è molto attiva nell’ambito del bike sharing con ben 200 comuni ed enti territoriali che offrono questo servizio per un totale di 13.770 biciclette condivise. In Italia il bike sharing viene promosso principalmente da enti pubblici quali comuni, enti territoriali e il ministero dell’Ambiente stesso. Il comune di Milano già nel 2015, in occasione di Expo, ha inaugurato un sistema integrato di bike sharing inserendo accanto a quelle tradizionali le biciclette con pedalata assistita, utili per tratte più lunghe.
Vediamo ora i dettagli su come funziona il bike sharing, sui costi e sui metodi di pagamento.

Bike sharing: definizione e come funziona

Cos’è il bike sharing e come funziona? Partiamo dandone una definizione precisa. Si tratta di uno strumento di mobilità sostenibile che le amministrazioni pubbliche mettono a disposizione dei cittadini e dei turisti allo scopo di aumentare l’utilizzo dei mezzi pubblici quali bus, metro e tram integrandoli tra loro e con l’utilizzo delle biciclette condivise per i viaggi di breve o media percorrenza dove il mezzo pubblico non può arrivare. Si tratta di una soluzione concreta al problema dell’ultimo chilometro, ovvero quel tratto di strada che separa l’utente dalla fermata del mezzo pubblico alla sua destinazione finale.

Il bike sharing prevede l’installazione in diversi spazi pubblici di stazioni per le bici che vengono parcheggiate in appositi stalli. Questi stalli sono le postazioni delle bici che, venendo dotate di un sistema meccanico di aggancio, non possono essere rubate. Tutte le stazioni sono automatizzate e per avere una bici è necessario abbonarsi al servizio e poi, come si farebbe in un parcheggio, si avvicina la card alla torretta della stazione che effettua la lettura. Verrà a quel punto indicata la bici libera, che sarà pronta per essere prelevata. Al termine del giro la bici potrà essere restituita sia nella stazione di partenza che in una diversa, riagganciandola nell’apposito stallo.

Bike sharing: quanto costa e come si paga

Spiegato il funzionamento, quanto costa il bike sharing e come si paga? Partiamo dal presupposto che, per rendere il sistema di noleggio bici fruibile al massimo e comodo per tutti, la burocrazia è ridotta al minimo e non è necessario versare alcun tipo di cauzione, firmare nessun contratto o dare numeri delle carte di credito. Vediamo bene come si procede con il pagamento. Vediamo i metodi di pagamento per il bike sharing più diffusi:

  • tessera contactless: simile alle card tradizionali, quelle di credito per intenderci, funziona avvicinandola all’apposito dispositivo. il Vantaggio è che rende la procedura di pagamenti rapida;
  • a deposito: così come funziona per i carrelli, si inserisce una moneta e si preleva la bici. La moneta rimarrà al suo posto fino a che la bicicletta non verrà inserita nuovamente nello stallo;
  • smart phone: passo successivo alla tessera, per funzionare in questo frangente il telefono deve essere dotato di tecnologia NFC. Caricando l’applicazione apposita è sufficiente avvicinare il telefono al lettore.

Quanto costa il bike sharing? Dipende. Dalla città, da chi fornisce il servizio. In Italia possiamo parlare di Roma, per esempio. Qui il costo del bike sharing (Obike) è estremamente competitivo, solo 30 centesimi ogni 30 minuti. Il pagamento viene riscosso non appena si conclude il giro e si restituisce la bici.
A Milano, altra grande città in cui il bike sharing è diffuso, la tariffa varia in base alle zone. Una corsa viene 60 centesimi ogni 20 minuti e se si esce dalla zona verde (centrale) si paga un supplemento di 7 euro.