Nelle ultime settimane si sta parlando sempre più frequentemente della Vespa orientalis, un imenottero erroneamente considerato specie aliena ma che in realtà è già presente da diversi anni nella penisola italiana benché negli ultimi tempi stia gradatamente spostandosi verso aree dove finora non era presente.

Grazie alle sue caratteristiche fisiche peculiari, la vespa orientalis è facilmente riconoscibile. Al pari di altri esemplari di vespa, anche in questo caso il pericolo per l’uomo deriva unicamente dall’attacco che questo potrebbe sferrare contro i suoi nidi o scacciandola con oggetti o movimenti troppo bruschi.

Sebbene negli ultimi giorni i media stiano parlando in maniera piuttosto allarmistica della Vespa orientalis, quindi, non è ancora possibile stabilire quanto la sua progressiva diffusione in aree geografiche diverse da quelle usuali possa rappresentare un concreto rischio per l’apicoltura e per l’uomo.

Facciamo quindi il punto sulla situazione per capire come riconoscerla, dove è più frequente trovarla e quali pericoli può determinare una sua puntura.

Vespa orientalis: come riconoscerla

Come anticipato, la Vespa orientalis presenta caratteristiche fisiche particolari che la rendono facilmente riconoscibile. Con una dimensione variabile dai 3 ai 5 centimetri – quindi anche leggermente inferiore ad altre specie considerate ad oggi più pericolose – la sua caratteristica principale è il tipico colore rossastro del corpo.

In Italia sono attualmente presenti tre specie di calabroni: la Vespa crabro, anche detta europea, questa Vespa orientale ormai sul territorio meridionale da decine di anni e la temuta Vespa velutina.

Sebbene in quest’ultimo periodo si parli della Vespa orientalis come di una specie aliena, in realtà l’unica specie realmente aliena tra le tre attualmente presenti sul nostro territorio è la Vespa velutina, originaria del sud-est asiatico e sporadicamente presente nella penisola italiana. Proprio in virtù della sua recente colonizzazione, potrebbe essere molto più semplice eradicare la Vespa velutina piuttosto che quella orientale.

Dove si trova la Vespa orientalis

Gran parte dell’allarmismo legato alla Vespa orientalis è legato alla sua crescente diffusione in zone nelle quali era totalmente assente fino a poco tempo fa. Stando ai dati dei monitoraggi dedicati, infatti, è emerso che la Vespa orientalis, solitamente presente al Sud in regioni quali Sicilia, Calabria e Campania, sta risalendo lo stivale arrivando nel Lazio, in Toscana e finanche in Liguria ed in Friuli-Venezia Giulia.

Il motivo di questa espansione è presto detto: il riscaldamento globale ed il conseguente aumento delle temperature medie, più miti in tutta Italia, ha permesso a questo calabrone termofilo finora poco conosciuto di trovare condizioni ideali per sopravvivere e riprodursi anche in zone finora considerate poco adatte al suo insediamento.

Sebbene gli avvistamenti di Vespa orientalis siano aumentati, tra l’altro spesso in contesti urbani così da spaventare ulteriormente la popolazione, non è aumentato il numero di punture accertate, a dimostrazione del fatto che la situazione vada attentamente monitorata senza però creare inutili allarmismi.

Considerata una specie opportunista, che si nutre quindi spesso di scarti dell’uomo, la sua maggiore presenza nelle città è una conseguenza della frequente carenza di cibo presente in contesti extra urbani. È facile, dunque, imbattersi in questo imenottero rossiccio soprattutto nei retrobottega dei ristoranti o nei mercati di carne e pesce dove ha maggiori possibilità di trovare facilmente cibo.

La maggiore frequentazione degli ambienti cittadini ha quindi costretto la Vespa orientalis a trovare nuovi luoghi nei quali creare i suoi piccoli nidi. Se in campagna, quindi, questi imenotteri preferiscono sfruttare cavità naturali come buche nel terreno o negli alberi, una volta in città la Vespa orientalis preferisce anfratti artificiali come le intercapedini degli edifici, condizione potenzialmente pericolosa se si verifica in ambienti piuttosto affollati come scuole od ospedali.

Vespa orientalis: quanto è pericolosa

Esattamente come avviene con la puntura di altri imenotteri, anche con quella della Vespa orientalis si rischiano effetti collaterali potenzialmente gravi come lo shock anafilattico, condizione in ogni caso più frequente in soggetti predisposti ad una simile reazione allergica.

Trattandosi, come abbiamo visto, di una specie fisicamente più piccola di altri calabroni, anche la quantità di veleno che può iniettare con la sua puntura è inferiore benché, a differenza delle api, uno stesso esemplare possa pungere più volte la vittima, aggravando la situazione. In ogni caso la quantità maggiore di veleno viene iniettata con la prima puntura.

Nelle zone del Sud Italia la Vespa orientalis ha purtroppo dimostrato di essere particolarmente pericolosa per l’apicoltura, oltre che per possibili attacchi all’uomo. Non riuscendo a trovare cibo in campagna, infatti, spesso la vespa si accanisce contro le api allevate dall’uomo, mettendo ulteriormente in ginocchio un settore già particolarmente in difficoltà negli ultimi anni con una produzione sempre minore di cera e miele.

Vespa orientalis: come comportarsi

Come viene sempre suggerito in caso di incontri ravvicinati con imenotteri come le vespe, il primo consiglio è quello di evitare di scacciarle con movimenti bruschi che potrebbero farle sentire aggredite e spingerle ad attaccare. Attenzione, inoltre, a residui di cibo lasciati inavvertitamente all’aria aperta e che potrebbero attrarle.

Nel caso si scopra un nido di Vespa orientalis, il consiglio è quello di non improvvisarsi e di segnalare la sua presenza al sito stopvelutina.it, che si occupa anche del monitoraggio della vespa orientalis.

Per rimuovere il nido si può richiedere l’intervento di apicoltori o aziende specializzate. Nel caso il nido rappresenti però un concreto rischio per le persone, la cosa migliore da fare è allertare i vigili del fuoco.

Ad oggi non è possibile prevedere come evolverà la diffusione nel Paese della Vespa orientalis, anche e soprattutto in virtù dei repentini cambiamenti climatici degli ultimi anni e della progressiva e preoccupante scomparsa di altre specie animali, utili anche nel contrasto di questi imenotteri dannosi per uomo ed ambiente. I monitoraggi su questo particolare calabrone continueranno e solo il tempo potrà dirci quanto la Vespa orientalis possa davvero rappresentare un rischio concreto per la nostra sicurezza.

Fonte: https://www.wired.it/article/vespa-orientalis-italia-rischi-allarmismi/