Quante volte avete sentito nominare la parola peyote? Ma sapete davvero cos’è , quali sono gli effetti che ha sull’organismo umano e gli usi che se ne fanno?
Protagonista di canzoni e nome d’arte di uno degli artisti in gara al Festival di Sanremo 2021, Willy Peyote, questo piccolo cactus, il cui nome scientifico è Lophophora williamsii, ha assunto notorietà grazie ai suoi effetti psicotici; in particolare viene utilizzato da sempre in alcune pratiche religiose e spirituali, soprattutto dalle popolazioni native americane.
Infatti grazie alla sostanza chimica contenuta nel peyote, la mescalina, questa pianta produce effetti allucinogeni su chi ne fa uso.
Se leggendo questa breve introduzione vi siete incuriositi proseguite la lettura: andiamo a vedere qualche dettaglio in più sul peyote.

Cos’è il peyote e quali sono i suoi usi

Ma cos’è il peyote e quali sono i suoi usi? Dal nome esotico si potrebbe pensare che il peyote sia qualcosa di molto strano. In realtà non è altro che un piccolo cactus che presenta un fusto sferico, leggermente schiacciato, delle protuberanze anch’esse sferiche ricoperte di peluria e un colore verde-grigio.
La zona di origine di questo piccolo cactus è quella semidesertica del Centro America. La parte visibile del peyote è davvero molto piccola: esce dal terreno al massimo 3 centimetri e questa parte chiamata boton è quella che contiene la mescalina, ossia la sostanza con effetti psicotici. È proprio il boton infatti che viene tagliato e consumato.
Per quanto riguarda gli usi, come abbiamo già accennato, il peyote viene utilizzato da millenni come droga durante riti di carattere religioso e spirituale, soprattutto nelle zone del Centro America.
Dati gli effetti derivati dall’assunzione del peyote questa pianta fu bandita e si arrivò a impiccare chiunque ne facesse uso. Attualmente questa pianta è praticamente introvabile, l’impiego infatti è riservato a pochissimi membri della NAC (Native American Church) , praticanti il peyotismo, ossia un culto tipico religioso delle popolazioni indigene degli indiani d’America.

Che effetti ha il peyote?

Gli effetti del peyote sono principalmente attribuiti alla mescalina, sostanza contenuta nel boton. Essa agisce direttamente sul nostro sistema nervoso centrale, in particolare sui recettori della serotonina e della dopamina, provocando allucinazioni visive e sinestesia dato che agisce direttamente sull’area del cervello collegata con il nervo ottico.
Il peyote dunque altera le capacità percettive di chi lo assume ed è considerata uno degli allucinogeni più potenti del mondo.
Possiamo suddividere le fasi conseguenti all’assunzione del peyote in tre momenti ben distinti: in un primo momento il soggetto si trova sopraffatto da sensazioni spiacevoli come ad esempio di difficoltà nella coordinazione di movimento, brividi, dilatazione delle pupille, sudore nausea e vomito; in un secondo momento compaiono le visioni uditive e visive e la cancellazione degli stimoli corporei primari, come la sensazione di fame e di sete o la fatica; infine dopo qualche ora inizia la fase che le tribù di nativi americani consideravano divina: il momento più adatto per meditare e per sentirsi in contatto con il mondo e con la natura.
Mediamente gli effetti del peyote sull’organismo umano durano tra le 6 e le 9 ore, anche se possono prolungarsi fino a 12 ore.
Il consumo del peyote può avere diversi effetti collaterali quali deficit mentali, intossicazione e può portare addirittura alla morte. In genere l’intossicazione da peyote non supera comunque i tre giorni.