L’olio di palma fa male? Una domanda sempre attuale per questo grasso vegetale da qualche anno finito sotto le luci della ribalta per alcuni studi che hanno testimoniato che sia dannoso per l’organismo e per le foreste della Nuova Guinea Occidentale.

Greenpeace ha denunciato l’enorme effetto dannoso per l’area di foresta della Papua Nuova Guinea. Una grande parte della foresta è stata distrutta e sotto accusa è finita la Nestlé ancora una volta.

L’olio di parla cos’è? L’olio di semi di palma per essere più precisi, o palmisto, è un olio vegetale costituito in grande parte da trigliceridi con alta concentrazione di acidi grassi saturi e viene ricavato ovviamente dalle palme da olio. Il suo utilizzo è cresciuto esponenzialmente nel nostro secolo ed è diventato presto diffusissimo nell’industria alimentare, perché sostituisce a costi veramente ridotti gli altri grassi alimentari.
Per cosa viene usato l’olio di palma? Saponi, detergenti, ma anche combustibili di fonte agroenergetica ed ovviamente per l’industria alimentare come abbiamo detto in prodotti come creme, dolci, biscotti e prodotti da forno in generale venduti in produzione industriale.

Dopo aver visto brevemente cosa si intende per olio di palma e per quali scopi è usato ai fini industriali, cerchiamo di capire insieme le sue caratteristiche e se questo grasso vegetale possa essere dannoso e in che misura per l’organismo degli essere umani.

Olio di palma: caratteristiche del grasso vegetale

Quali sono le caratteristiche principali del grasso vegetale noto come olio di palma? Abbiamo visto brevemente da dove nasce, come si estrae e che utilizzi ha nelle industrie moderne.

Dal frutto della palma da olio che come abbiamo detto è molto diffusa nella Nuova Guinea, si ricava dal frutto questo grasso vegetale che rappresenta il 32% della produzione mondiale di olio e grasso. L’olio di palma si estrae dal frutto, mentre l’olio di palmisto dai suoi semi, entrambi con un processo di frazionamento, ovvero di cristallizzazione con la precipitazione di un composto in un solvente mediante un cambiamento di un parametro fisico, possono essere separati in forma liquida e solida, con l’olio di palma bifrazionato che è usato per la frittura e la parte invece solida.

Ci sono differenti oli di palma non uno soltanto a seconda della loro distribuzione degli acidi grassi che sono ricavati come detto attraverso il processo di frazionamento. Sono principalmente sei queste tipologie di olio, tutti contengono un’alta quantità di acidi grassi saturi.

L’olio di palma consumato a livello alimentare si divide prettamente in due categorie, quello raffinato ovvero incolore e quello rosso, che è quello grezzo e che per questo motivo non perde tutte quelle sostanze benefiche per il corpo che quello raffinato non possiede più. Quali sono le caratteristiche dell’olio di palma rosso?

  • presenza di carotenoidi, come il beta-carotene
  • co-enzima Q-10 ovvero ubiquinone
  • squalene, ovvero un idrocarburo
  • vitamina E.

Caratteristiche dell’olio di palma non raffinato molto interessanti che lo renderebbero ideale per contrastare la carenza di vitamina A.

Al tempo stesso però ci sono degli studi che rivelano che l’olio di palma non solo è dannoso per l’ambiente, attraverso la deforestazione che sta avvenendo per una richiesta sempre più massiccia visto il basso costo, ma anche per l’essere umano in grandi quantità. Andiamo a vedere perché e se fa male l’olio di palma.

L’olio di palma fa male?

É stato provato attraverso alcune ricerche che l’assunzione di olio di palma attraverso alimenti che sono stati creati con questo grasso vegetale, può aumentare i fattori di rischio cardiovascolare. Sarebbe a dire? Condizioni particolari che risultano correlate ad una malattia del sistema cardiovascolare.

L’olio di palma secondo questi studi alza il livello del colesterolo ed aumenta di conseguenza il rischio di coronaropatia. Per chi deve ridurre il livello di colesterolo quindi da alcune ricerche come quella celebre American Heart Association è sconsigliato l’utilizzo e l’assunzione di olio di palma.

Controversie si sono create attorno a questa domanda, si è arrivati ad una conclusione iniziale nel settembre 2015 quando l’Istituto Superiore di Sanità ha emesso il seguente parere:
"non ci sono evidenze dirette nella letteratura scientifica che l’olio di palma, come fonte di acidi grassi saturi, abbia un effetto diverso sul rischio cardiovascolare rispetto agli altri grassi con simile composizione percentuale di grassi saturi e mono/poliinsaturi, quali, ad esempio, il burro. Il suo consumo non è correlato all’aumento di fattori di rischio per malattie cardiovascolari nei soggetti normo-colesterolemici, normopeso, giovani e che assumano contemporaneamente le quantità adeguate di polinsaturi".

Nel 2016 poi l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare ha chiuso il discorso affermando che gli oli vegetali raffinati a temperature molto elevate come quello di palma, possono avere tre sostanze tossiche quindi dannosi per l’uomo. Questi sono presenti in molti oli vegetali, ma in quello di palma in maniera più pesante.

Quindi sostanzialmente l’olio di palma fa male? Non esattamente, ci sono sostanze tossiche al suo interno che possono essere dannose come in ogni altro olio vegetale ma in quello di palma raffinato sono più presenti. Quindi tutti gli oli vegetali raffinati possono essere dannosi per il nostro organismo.