Cosa è ed a cosa serve un giardino Zen? Quali tipologie ci sono, come strutturarlo? Se queste sono le vostre domande andremo a rispondervi in questo articolo, andando ad analizzare passo passo quello che in giapponese è chiamato karesansui (枯山水 nell’alfabeto giapponese). Cominciando dal nome, dato che sarebbe più giusto chiamarlo giardino secco ma ormai si è soliti indicarlo in italiano con l’accezione di Giardino Zen.

Il nome infatti significa "natura secca" e si data circa con il periodo Heian per la cultura nipponica: erano presenti nei palazzi dei nobili tra il 794 ed il 1185, inseriti all’interno di un giardino più ampio. Solo grazie ai monaci del buddhismo del periodo Muromachi, sono poi diventati dei giardini a se stanti, con una accezione zen, ovvero di meditazione.
Erano infatti intesi all’intero dei monasteri come dei veri e propri modelli della realtà, una loro rappresentazione astratta. Oggi i due giardini zen più famosi al mondo si trovano a Kyoto, e sono stati costruiti ed ideati entrami durante il Periodo Muromachi: sono quello del Saihō-ji e quelli del Daitoku-ji.

Dopo questo breve excursus storico e relativo alla nascita del giardino zen, andiamo a scoprire insieme come possiamo strutturalo oggi all’interno delle nostre abitazioni o all’esterno ed a cosa serve essenzialmente, che status sociale e mentale ha raggiunto per gli esseri umani anche della cultura occidentale.

Giardino zen: come strutturarlo

Ci sono diverse tipologie di giardino Zen, ovviamente a seconda dello spazio a disposizione. Quello di vaste dimensioni oppure quello che è più di moda ai giorni nostri, ovvero il bonseki, un piccolo giardino veramente in miniatura che racchiude però al tempo stesso tutti i significati spirituali.
Non richiede una grande manualità la realizzazione di un giardino Zen in miniatura e nella sua cura può riuscire veramente chiunque, anche chi è alle prime armi con il giardinaggio.

Per farne uno fai da te, occorrono essenzialmente pochi elementi:

  • sabbia bianca
  • piccoli sassi
  • un rastrello di piccole dimensioni in legno
  • una cornice in legno
  • una lastra di compensato che abbia le stesse dimensioni della cornice
  • colla per il legno o vinilica
  • chiodi oppure viti

Il primo passo, dopo aver preso tutti i componenti essenziali, è quello di unire la lastra in compensato con la parte posteriore della cornice in legno. Questo andrà fatto per creare all’interno della cornice uno spazio dove potremmo poi inserire facilmente la sabbia.
Per farlo occorre utilizzare o la colla per legno, oppure quella vinilica o altrimenti dei chiodi o delle viti per renderlo ancora più stabile e solido. Dopo questo primo passo il resto è veramente facile: inseriamo la nostra sabbia in maniera uniforme, inseriamo i massi sopra di questa ed infine andiamo a disegnare delle linee, senza mai staccare il rastrello dalla sabbia, a riprodurre l’acqua che passa tra la sabbia ed i massi.

Giardino zen: a cosa serve

Il giardino Zen ha una funzione di benessere: è il luogo ideale in cui ritrovare la propria salute fisica, mentale, essere in pace con gli elementi naturali essenziali a cui la cultura giapponese ha sempre riconosciuto una grande importanza.
La sua composizione di due tipi di elementi con pietre e sabbia bianca è una sorta di vero e proprio paesaggio, dove ognuno degli elementi dei quali si compone assume un valore simbolico essenziale.

Nella filosofia zen la sabbia di granito bianco è capace di dare luminosità alle aree circostanti; al tempo stesso l’elemento del rastrello utilizzato per creare linee e forme deve essere utilizzato sulla sabbia senza mai essere staccato da terra.
Le linee tracciate rappresenteranno invece i percorsi di vita, che spesso sono ideati intorno ad alcuni sassi che simboleggiano il passaggio dal mare per arrivare ad un nuovo punto di vista.
Nel giardino Zen queste linee rappresentano questo percorso di rilassamento e pensiero al tempo stesso grazie alla contemplazione, che viene stimolata ed aiutata nel suo compito proprio da questi elementi naturali.

Il giardino Zen dunque riassumendo è un luogo di contemplazione, di pensiero nato nella cultura giapponese molti anni fa e diventato oggi simbolo anche nella cultura occidentale di questa ricerca del proprio benessere interiore facendo riferimento agli elementi essenziali della natura. È in due parole un giardino spirituale.