Scritto da Angela Mattera

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Accensione riscaldamento: temperature massime, quando e dove si potrà accendere

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Italia divisa in sei zone per ottimizzare i consumi energetici e limitare gli effetti mondiale della corsa del prezzo del gas. Vediamo nel dettaglio cosa accadrà in tutta Italia questo inverno.

La stretta prevista da settembre per limitare il consumo energetico e mitigare, almeno in parte, gli effetti che la guerra russo-ucraina sta avendo sull’approvvigionamento di gas modificherà l’attuale calendario di accensione e spegnimento dei riscaldamenti in tutta intervenendo anche sulla durata massima giornaliera di funzionamento degli impianti.

Vediamo quindi come impatterà questa manovra sull’utilizzo del riscaldamento in Italia e cosa aspettarsi questo inverno zona per zona.

Riscaldamento: la divisione in fasce climatiche

Il DPR 74/2013 suddivide la nostra penisola in sei zone climatiche tenendo conto delle temperature medie giornaliere.

Le zone, da A a F, partono dai comuni italiani più caldi come quelli dell’estremo sud (Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa, solo per citarne alcuni) con un rapporto gradi-giorno inferiore a 600, arrivando a quelli più a nord come i comuni dell’arco alpino (tra questi Aosta, Belluno e Bolzano) con un valore del rapporto gradi-giorno superiore a 3000.

Riscaldamento: il calendario di accensione degli impianti


Fonte

Ma cosa significherà in buona sostanza questa suddivisione già esistente alla luce del piano di contenimento dei consumi di gas naturale?
La suddivisione prevederà:

La stretta sui consumi giornalieri legati al riscaldamento riguarderà tutti gli impianti di climatizzazione degli ambienti, indipendentemente dal fatto che producano o meno anche acqua calda sanitaria.

Date di accensione dei riscaldamenti posticipate: ecco dove e quando

A causa del caldo di questi giorni alcuni sindaci hanno deciso di posticipare ulteriormente la data di accensione. Diventa quindi così la data di accensione per i seguenti comuni:

Limiti di temperatura per il riscaldamento 2022

Il nuovo decreto ha inserito modifiche al DPR n.74/2013 anche per quanto riguarda le temperature massime con cui settare i termostati:

Ad entrambe le categorie si applica una tolleranza di 2 gradi, portando il max a 21 e 19 gradi.

Queste regole non si applicano in caso di:

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