L’ipotiroidismo è una sindrome che influenza il funzionamento di tutto l’organismo; dunque si deve prestare grande attenzione alle cause e ai sintomi ad essa collaterali e rivolgersi immediatamente al proprio medico per ricevere una cura adeguata. Ma come si diagnostica questa patologia?

Questa sindrome è causata da un malfunzionamento della tiroide che non produce abbastanza ormoni; ciò determina uno squilibrio in tutto l’organismo con ripercussioni anche molto serie sulla nostra salute.
Infatti l’’ipotiroidismo influenza le reazioni chimiche che avvengono in tutto il corpo determinando un rallentamento dei processi metabolici. Nella fase iniziale i sintomi non sono così evidenti e quindi non è semplicissimo rendersi conto di avere questa patologia; ovviamente se non curata può però portare a seri problemi di salute.

Ma andiamo ora a scoprire quali sono i sintomi e le cause dell’ipotiroidismo e come si diagnostica questa patologia che può avere conseguenze anche molto gravi per il nostro organismo.

Ipotiroidismo: sintomi e cause

Ma quali sono i sintomi e le cause dell’ipotiroidismo? Sono molteplici i fattori che scatenano l’ipotiroidismo. Tra i più comuni possiamo trovare alcune malattie autoimmuni che vanno appunto a colpire la tiroide e ne causano un forte rallentamento, come ad esempio la tiroidite di Hashimoto.
Anche alcuni farmaci possono provocare l’ipotiroidismo, in particolare quelli finalizzati al trattamento dei disturbi psichiatrici o cardiaci, così come la rimozione chirurgica della tiroide.
Ma può esserci anche un fattore congenito (in questo caso la patologia si presenta fin dalla nascita), può essere causato dalla gravidanza o dalla carenza di iodio.

I sintomi di questa patologia sono molto soggettivi e possono variare in base a diversi fattori come l’età e la gravità della patologia. In generale i primi campanelli d’allarme sono una forte stanchezza, sonno eccessivo e un pallore anomalo.
Altri sintomi che compaiono sono un’eccessiva sensibilità al freddo, gonfiore del volto e delle palpebre, sbalzi ormonali con una tendenza alla depressione e un aumento del livello di colesterolo nel sangue. Nei casi più gravi si può anche assistere alla comparsa del mixedema, ossia l’accumulo di liquidi nel tessuto sottocutaneo e costituisce la complicanza ultima dell’ipotiroidismo non trattato.

Come si diagnostica l’ipotiroidismo?

È consigliato consultare il proprio medico di base in presenza di stanchezza senza motivo, associata ai sintomi più tipici dell’ipotiroidismo, come pelle secca, pallore e viso gonfio. Ma come si diagnostica l’ipotiroidismo?

La diagnosi di ipotiroidismo si basa su un accurato esame obiettivo, ossia valutazione dei sintomi da parte dello specialista a cui ci rivolgiamo e su un semplice esame del sangue che quantifica i livelli dell’ormone ipofisario TSH e, talvolta, degli ormoni tiroidei.
Ma perché il TSH è così importante nella diagnosi di questa patologia? Nelle persone con ipotiroidismo, i livelli di TSH sono stranamente alti, perché l’ipofisi tenta in tutti i modi di stimolare la produzione di T3 e T4 (ormoni molto importanti per il benessere del nostro organismo), da parte della tiroide, senza però alcun successo.
I medici ricorrono alla misurazione del TSH anziché degli ormoni tiroidei, in quanto è un test più sensibile, permette di individuare precocemente una carenza funzionale della tiroide e garantisce la pianificazione della terapia farmacologica più adeguata.
Una volta appurato la presenza di ipotiroidismo si deve procedere con la terapia; generalmente si fonda sul recupero della funzionalità della tiroide attraverso la somministrazione di farmaci specifici.
La somministrazione di tiroxina sintetica è un esempio di terapia ormonale sostitutiva. Ma ovviamente le terapie ormonali sostitutive devono essere appropriate alle esigenze del paziente, dunque si sconsiglia qualsiasi tipo di terapia fai da te e di rivolgersi sempre ad un medico specialista.

Sebbene non si possa guarire dall’ipotiroidismo se la diagnosi è precoce e il trattamento adeguato, sussistono buone possibilità di controllare l’ipotiroidismo e di garantire una prognosi favorevole.