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Cos’è l’oro vegetale? Ce lo spiega Capim d’oro mostrandoci l’impatto zero di questa fibra

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L'oro vegetale in Italia non è ancora molto conosciuto, mentre in altri luoghi questa fibra a impatto zero risulta molto usata. Oggi ci facciamo spiegare da Capim d'oro, una delle poche aziende che lo utilizza, le caratteristiche e l'uso.

Non molti conoscono quello che viene chiamato oro vegetale, una fibra naturale che risulta molto simile all’oro nell’aspetto e che permette di creare gioielli dall’impatto visivo stupendo. Capim d’oro è una delle poche aziende in Italia che lavora questo materiale, del tutto ecosostenibile e che non ha alcun tipo di impatto sul pianeta.
Il Syngonanthus nitens, questo il nome scientifico, è una pianta con la particolare caratteristiche di essere dorata e brillante.

Andiamo quindi a scoprire tutti i segreti dell’oro vegetale e conosciamo meglio anche Capim d’oro, azienda che in Italia lavora questo materiale per realizzare dei bellissimi gioielli. Oggi a guidarci in questo viaggio ecosostenibile sarà proprio Martina, Founder di Capim d’oro.
Vi diciamo inoltre sin da subito che per gli amici di Greenissimo Capim d’oro ha ideato uno sconto speciale: inserendo il codice greenissimo2019 fino al 31 maggio si avrà diritto al 15% di sconto sugli acquisti che si effettueranno sul sito di Capim d’oro! Ora andiamo a scoprire qualcosa di più sull’oro vegetale e vediamo qualche creazione dell’azienda.

Cos’è l’oro vegetale? Le creazioni di Capim d’oro per un futuro sostenibile

Il Syngonanthus nitens è una pianta spontanea, con caratteristiche particolari, come abbiamo detto che però si scoprono solo un particolare momento della sua crescita. Il capim infatti assume il colore che lo impreziosisce solo dopo che la pianta si è seccata e la parte del gambo, dopo essere stata colta, a luglio, muta le sue tonalità che da verdi diventano color dell’oro. La raccolta del capim avviene una volta l’anno, tra settembre e novembre, con processi del tutto sostenibili per l’ambiente, sul terreno vengono infatti lasciati i semi che daranno poi vita ad un nuovo fiore, non impattando sull’ecosistema.
Una volta che viene colta si devono attendere due giorni prima di poter trattare la pianta, dal momento che gli steli devono seccarsi. Dopo questo passaggio si ha un’immersione dello stelo all’interno di una bacinella di acqua, in modo che sia poi flessibile e adatta alla lavorazione. La pianta successivamente, anche una volta bagnata, non perderà più il colore dorato che la contraddistingue.

In Brasile questa pianta nasce spontaneamente e viene chiamata Capim Doraudo, per il suo aspetto che riporta alla mente i colori del prezioso materiale. Proprio in questa terra è venuto in mente a Martina, fondatrice di Capim d’oro, di iniziare a produrre gioielli con questa fibra naturale. Dopo aver svolto ricerche sul Syngonanthus nitens ed essere andata più volte in Brasile per analizzare le caratteristiche della pianta e della sua lavorazione di persona, ha lanciato una linea di gioielli ad impatto zero ed ecosostenibili.
Per riuscire a comprendere una tradizione antichissima la founder di Capim d’oro è andata in Brasile e proprio qui ha imparato le tecniche di lavorazione che hanno un’origine antichissima.

Il Capim Doraudo è infatti stato lavorato in un primo momento dagli indios, che utilizzavano questa fibra naturale per creare utensili e cesti. Pian piano la tecnica di lavorazione si arricchì e impreziosì, grazie agli artigiani, che nella zona, cominciarono ad usare questo tipo di materiale per la creazione di gioielli.
Proprio questi artigiani con il tempo sono diventati i custodi dei segreti di questo materiale, che Martina ha poi esportato in Italia. Capim d’oro è una delle poche realtà che nel nostro Paese usa questo genere si fibra, impreziosita da componenti e materiali semipreziosi anallergici. L’impatto visivo di questi gioielli è incredibile e la luminosità sembra proprio quella dell’oro.

La differenza però tra l’oro e il capim doraudo è enorme, non solo per il costo del materiale, ma anche e soprattutto per l’impatto ambientale. L’estrazione dell’oro porta alla produzione di tonnellate di rifiuti e secondo alcuni studi la produzione di un semplice anello porta alla produzione di ben 3 tonnellate di rifiuti. Nei secoli inoltre sono state spesso utilizzate sostanze tossiche e altamente inquinanti, come il mercurio, che hanno compromesso ancora di più la salute del territorio di estrazione.
Questo peso il nostro pianeta non è più in grado di sopportarlo.
Per Natale abbiamo deciso di presentarvi le creazioni di Capim d’oro proprio per il minore impatto che esse hanno sul nostro pianeta, oltre che per la loro bellezza.

Anelli, bracciali, collane e borse sono tutte realizzate con questa fibra naturale, che non farà soffrire Madre Natura e vi permetterà di fare un regalo stupendo.

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