Il buco dell’ozono è un fenomeno di grande importanza sia per noi che per il nostro ecosistema; infatti se lo strato di ozono presente nell’atmosfera dovesse assottigliarsi troppo fino a scomparire la vita sul pianeta terra sarebbe insostenibile. Ma cos’è questo fenomeno così pericoloso, come si è formato e quanto è grande?

Lo strato di ozono è fondamentale per la nostra salute e quella dell’intero ecosistema: funge da schermo e intercetta le radiazioni letali per la vita sulla Terra.
Se il fenomeno del buco dell’ozono dovesse peggiorare ulteriormente i raggi ultravioletti aumenterebbero il rischio di cancro alla pelle e di mutazioni del DNA; inoltre essi inibiscono la fotosintesi clorofilliana e come ben sappiamo senza piante non c’è vita.

È quindi molto importante evitare che ciò accada e che il buco dell’ozono si allarghi ulteriormente; ma per fare ciò dobbiamo prima di tutto capire cos’è, quanto è grande e come si è formato.

Buco dell’ozono: cos’è e quanto è grande

Capire cos’è il buco dell’ozono è abbastanza semplice ed intuitivo: l’ozono nell’atmosfera forma uno strato che si estende su tutto il nostro pianeta, esattamente come se fosse un guscio protettivo che ci difende dai raggi ultravioletti, come abbiamo già detto molto pericolosi sia per la nostra salute che per quella delle piante.
In particolare questo gas così importante è presente nella stratosfera, uno dei cinque stati di cui è composta l’atmosfera terrestre e questo strato si sviluppa in altezza per circa 20 km.

Ma quanto è grande il buco dell’ozono? Esso si estende per un’area poco più grande del continente dell’Antartide, ed è proprio lì che si è sviluppato. Il momento di massima apertura del buco si ha solitamente in primavera poiché durante questa stagione alcune sostanze che aumentano durante l’inverno, a causa di complesse condizioni climatiche che vengono a crearsi durante l’inverno artico, si mettono in attività e causano una parziale distruzione dell’ozono.

Le cause del buco dell’ozono

Ci sono stati periodi in cui il buco dell’ozono si è assottigliato ulteriormente, altri in cui questo fenomeno si è attenuato leggermente. Ma quali sono quindi le cause principali?
Si è iniziato a parlare di questo fenomeno intorno agli anni settanta quando alcuni scienziati hanno iniziato a notare che lo strato di ozono presente nella stratosfera ha cominciato ad assottigliarsi e non per cause naturali bensì per colpa delle attività umane sul pianeta Terra.

Gli elementi principali che causano tale fenomeno sono infatti i clorofluorocarburi o CFC, gas composti da cloro, carbonio e fluoro usati ad esempio per le bombolette spray, nei circuiti di raffreddamento del frigorifero e dei condizionatori d’aria fredda e per la fabbricazione di alcuni materiali.
Una volta raggiunta la stratosfera queste molecole vengono letteralmente spezzate dai raggi ultravioletti e liberano il cloro; questo elemento a sua volta distrugge l’ozono e si lega con l’ossigeno atomico, impedendo così la formazione di nuovo ozono.
Dunque è stato proprio l’uomo che, a causa della costruzione di fabbriche e di altre attività, rilascia quotidianamente agenti inquinanti nell’atmosfera che causano grossi danni al nostro pianeta; oltre al buco dell’ozono anche l’effetto serra e quindi il surriscaldamento globale.

Fin da quando è stato scoperto, il buco dell’ozono ha attirato a sé molta attenzione e grandi preoccupazioni. Per questa ragione molti paesi nel mondo si sono attivati e hanno discusso su quali potrebbero essere i modi migliori per richiudere il buco nella stratosfera.
Nel 1987 si è arrivati al protocollo di Montreal: grazie a questo accordo furono proibite le sostanze ritenute causa del buco dell’ozono. In particolare, dal 1987 furono proibiti i clorofluorocarburi utilizzati nei frigoriferi e nelle bombolette spray.
Ovviamente da quel momento la situazione è leggermente migliorata; lo strato di ozono non si è danneggiato ulteriormente e così i raggi ultravioletti non hanno raggiunto la terra. La speranza è certamente quella di riuscire ad arrivare alla completa scomparsa del buco dell’ozono, rimane comunque il problema dell’effetto serra e del conseguente riscaldamento globale.